cENNI STORICI E CURIOSITA' PERCORRENDO La variante "VIA PIACENTINA" DA TRAVO A CAPANNE DI COSOLA
TRAVO

Travo è un grazioso paese posto nella bassa Val Trebbia, sulla riva orografica sinistra dell’omonimo fiume. Questi luoghi incantevoli sono diventati famosi in passato per lo scontro tra l’esercito Romano e quello Cartaginese durante la seconda Guerra Punica del 218 A.C. Inoltre, la località è legata alla sorte del patrono di Piacenza Antonino, dove si ritiene sia stato martirizzato nel 303. Millenaria è la Chiesa di S. Antonino nel borgo del paese, mentre il castello Anguissola fu per molti secoli l’abitazione di questa importante ed illustre famiglia che governò su Travo per quasi cinque secoli. Dal 1997, parte della struttura del castello è adibita a sede del Museo Civico Archeologico, che ripercorre al suo interno la storia del popolamento di tutta la zona, nel periodo compreso tra il paleolitico e l’Alto medioevo.
PIETRA PARCELLARA E PIETRA PERDUCA

La Pietra Parcellara è una montagna della Valle Trebbia, in provincia di Piacenza, alta circa 836 metri e formata da roccia ofiolitica di serpentino nero (roccia vulcanica). Per la sua forma e imponenza, è soprannominata “Il Cervino di Piacenza”; essa domina le colline circostanti e, dalla sua cima, si ha una visione panoramica sulla Val Trebbia e sulle Valli di Bobbiano e Luretta, oltre al Monte Penice e le zone adiacenti.
Vicino alla Pietra Parcellara, si erge a circa m 660 slm la Pietra Perduca. In questo luogo, che fonde misticità e meraviglia, si trovano testimonianze che risalgono addirittura alla preistoria e all’età del bronzo. Ai giorni d’oggi, incastonata tra questi possenti macigni, si trova l’oratorio di Sant’Anna, costruzione quattrocentesca realizzata su un preesistente edificio del XII secolo.
Vicino alla Pietra Parcellara, si erge a circa m 660 slm la Pietra Perduca. In questo luogo, che fonde misticità e meraviglia, si trovano testimonianze che risalgono addirittura alla preistoria e all’età del bronzo. Ai giorni d’oggi, incastonata tra questi possenti macigni, si trova l’oratorio di Sant’Anna, costruzione quattrocentesca realizzata su un preesistente edificio del XII secolo.
IL GIARDINO ALPINO DI PIETRA CORVA

ll Giardino Alpino di Pietra Corva, è ubicato in comune di Romagnese (PV), a 950 m di altitudine, sul versante del Monte Pietra di Corvo, formato da una roccia ofiolitica che sovrasta il giardino stesso.
Ideato e realizzato dal Dott. Antonio Ridella, valente veterinario e cinofilo, ma anche naturalista e grande appassionato ed esperto di botanica, il Giardino alpino di Pietra Corva fu aperto ufficialmente al pubblico nel 1967 con la finalità di conservare e adattare piante d’alta quota che egli stesso andava scoprendo attraverso viaggi ed escursioni botaniche effettuati non solo sulle Alpi ed Appennini ma anche su Pirenei, Carpazi, Caucaso sino all’Himalaya e Ande.
Attualmente il giardino è gestito dalla Provincia di Pavia attraverso una convenzione con il comune di Romagnese e la Comunità Montana Oltrepò Pavese.
Il Giardino è dotato di una foresteria, di un centro-visita che illustra i diversi aspetti del territorio ed è completato da una serie di pannelli didattici esposti lungo i sentieri interni. I recinti confinanti con queste strutture ospitano inoltre ungulati quali cervi, daini e mufloni.
Ideato e realizzato dal Dott. Antonio Ridella, valente veterinario e cinofilo, ma anche naturalista e grande appassionato ed esperto di botanica, il Giardino alpino di Pietra Corva fu aperto ufficialmente al pubblico nel 1967 con la finalità di conservare e adattare piante d’alta quota che egli stesso andava scoprendo attraverso viaggi ed escursioni botaniche effettuati non solo sulle Alpi ed Appennini ma anche su Pirenei, Carpazi, Caucaso sino all’Himalaya e Ande.
Attualmente il giardino è gestito dalla Provincia di Pavia attraverso una convenzione con il comune di Romagnese e la Comunità Montana Oltrepò Pavese.
Il Giardino è dotato di una foresteria, di un centro-visita che illustra i diversi aspetti del territorio ed è completato da una serie di pannelli didattici esposti lungo i sentieri interni. I recinti confinanti con queste strutture ospitano inoltre ungulati quali cervi, daini e mufloni.
IL MONTE PENICE

Il Monte Penice, m 1460 slm, nei tempi passati, è stata una montagna venerata dalle popolazioni dei Liguri: il suo nome sembrerebbe infatti derivare (come scrisse Tito Livio) dal dio Penn, venerato dai Liguri quale unico protettore di queste montagne. Nelle belle giornate, dalla sua vetta la vista spazia sulla sottostante Val Trebbia, sulla città di Bobbio, sulla Pianura Padana, sull’arco Alpino e su una parte dell'Appennino Ligure. Sulla vetta è posizionato l'antico santuario di Santa Maria, edificio ecclesiastico dedicato alla Madonna che risale ad una primitiva costruzione del VII secolo, poi ampliata più volte.
LA SCAPARINA

Su una morbida altura, adiacente al Passo Scaparina, soprannominato nei tempi passati “il monte dei frati”, esisteva una costruzione in sasso: era il convento di Vallescura. Una simpatica leggenda racconta di una giovane ragazzina che si chiamava Rina: un giorno, mentre veniva accompagnata verso il convento, riuscì a scappare, facendo perdere le sue tracce; da quel giorno, il Passo tra la Valle Staffora e la Val Trebbia prese il nome di “Scaparina” (da “scappa” e “Rina”).