23 FEBBRAIO 2025
LA STRADA DEL MANIERO (PV)
Nel rispetto dell’Ordinanza n.2/2023 emanata il 20/04/2023 dal Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana
- i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio
- si dovrà camminare esclusivamente sui sentieri, non è consentito abbandonarne il tracciato
- è obbligatorio effettuare il cambio di calzature alla partenza e all’arrivo delle escursioni oppure alla disinfezione delle stesse con disinfettanti attivi nei confronti del virus
Ricordiamo a tutti che per partecipare all’uscita occorre essere tesserati (costo € 10.00 l’anno).
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Nell'Oltrepò Pavese ci sono luoghi che ci sorprendono, spesso sono nascosti e poco conosciuti anche a chi frequenta questi luoghi.
Questo territorio è uno scrigno che racchiude ataviche storie e tanta natura, attraversando borghi, mulattiere e cascatelle per raggiungere Zavattarello dominato dal suo castello.
Lunghezza itinerario: km 13,5 A/R
Dislivello in salita: m 540
Dislivello in discesa: m 540
Fondo: 70% sterrato e 30% asfalto
Difficoltà: E (escursionisti con un minimo di allenamento)
LA STORIA
Zavattarello (Zavataré in dialetto oltrepadano e dialetto bobbiese) è un comune nella provincia di Pavia. Il piccolo borgo, situato nell'alta val Tidone, in Oltrepò Pavese, fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia ed è dominato dalla mole del castello. Vive soprattutto di agricoltura (grano, foraggio), allevamento bovino e di turismo (turismo culturale, enogastronomico, residenze estive, agriturismo e turismo panoramico).
Origini del nome: Zavattarello deve il suo nome all'attività che fu prevalente nel borgo per secoli, quella dei ciabattini: il volgare savattarellum indica proprio letteralmente "il luogo dove si confezionano le ciabatte (savatte)". Ancora oggi, nel dialetto locale, il paese è chiamato Savataré.
Antichissimo feudo dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, dopo la formazione della Contea vescovile di Bobbio, Zavatterello diviene un feudo personale del Vescovo che vi costruisce il castello. Nel 1390 il vescovo di Bobbio cede a Jacopo dal Verme il castello ed il feudo. I conti Dal Verme terranno la signoria assieme alla Contea di Bobbio e Voghera, Borgonovo Val Tidone, Pianello e Castel San Giovanni della val Tidone e altri feudi.
Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, entrò a far parte poi della Provincia di Bobbio. Nel 1801 il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passò dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia e quindi della Lombardia, nel 1923, dopo lo smembramento del circondario di Bobbio, passò alla provincia di Piacenza e quindi all'Emilia Romagna.
Questa divisione comportò numerose proteste degli abitanti dei centri dell'alta valle, desiderosi di rimanere sotto la giurisdizione pavese. Le proteste culminarono nella cosiddetta marcia su Bobbio e nell'indizione di alcuni referendum locali che, tenutisi il 27 febbraio 1925, videro la vittoria della fazione che chiedeva quasi al 100% il ritorno in provincia di Pavia, chiamata anche la "Provincia Madre", volontà accettata anche dal governo centrale di Roma. Nel 1926 i comuni di Romagnese, Ruino e Zavattarello vennero annessi alla provincia di Pavia e quindi tornando in Lombardia, Caminata e Trebecco invece rimasero parte della provincia di Piacenza, non senza proteste della popolazione locale.
IL PERCORSO
Dal borgo di Pietragavina m 752 slm nel comune di Varzi, proseguiamo in direzione del castello per circa 200 metri e, superate alcune abitazioni, pieghiamo a destra su sentiero pianeggiante. Si avanza attraversando una bellissima zona prativa con visuali molto belle sulla Val Tidone e sul monte del Castello di Verde. Prima di raggiungere la frazione di Rossone, incontriamo una casa isolata con una piccola cappelletta in sasso dedicata alla Madonna. Una lapide ci ricorda che nei tempi passati in questo luogo sorgeva una chiesa, distrutta poi per motivi ancora sconosciuti.
Superiamo quindi la frazione di Rossone ed attraversiamo la provinciale che collega Varzi a Zavattarello per imboccare in discesa un sentiero che gradatamente tra macchie boscate raggiunge il ponte sul Rio Morcione. Svoltiamo a sinistra e attraversiamo la frazione di Crocilia, incontrando poco dopo la grande panchina posizionata in un luogo dove possiamo osservare l’imponente Castello di Zavattarello. Ora avanziamo su stradina sterrata e raggiungiamo inizialmente la Piazza principale di Zavattarello e subito dopo saliamo al castello.
La visita guidata è prevista per le ore 11.00 e, finita la visita, consumeremo il pranzo al sacco.
Dopo un buon caffè, riprendiamo il nostro cammino sulla sponda opposta a quella in cui siamo scesi.
Dalla chiesa del paese, risaliamo su strada asfaltata per circa 1,5 km, per incontrare alla nostra sinistra una bella mulattiera che tra boschi di rovere e terrazzamenti coltivati ci porta ai piedi del monte Calenzone. Il percorso ora diventa pianeggiante ma poco dopo una discesa ripida ci porta nella parte alta dele Cascate del Morcione. Incontriamo in seguito la frazione di Casa Fiore m 745 slm, infine su srtada asfaltata ritorniamo al punto di partenza Pietragavina.
ABBIGLIAMENTO:
è necessario avere scarponcini da trekking, giacca anti vento, felpa, borraccia con acqua, bastoncini telescopici, pranzo al sacco,
RITROVO:
Pietragavina (PV) ore 8:30
COSTI
L’uscita prevede un contributo di: euro 10,00 per chi vorrà partecipare all’escursione, la quota comprende il biglietto di entrata con visita guidata al Castello di Zavattarello e l’accompagnamento degli Istruttori IWE dell’Associazione La Pietra Verde E.T.S.
Le quote di partecipazione saranno raccolte in loco prima della partenza.
Prenotazioni entro venerdì 21 febbraio
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Riccardo 339-6969819 Sabrina 338-8157173
Dislivello in salita: m 540
Dislivello in discesa: m 540
Fondo: 70% sterrato e 30% asfalto
Difficoltà: E (escursionisti con un minimo di allenamento)
LA STORIA
Zavattarello (Zavataré in dialetto oltrepadano e dialetto bobbiese) è un comune nella provincia di Pavia. Il piccolo borgo, situato nell'alta val Tidone, in Oltrepò Pavese, fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia ed è dominato dalla mole del castello. Vive soprattutto di agricoltura (grano, foraggio), allevamento bovino e di turismo (turismo culturale, enogastronomico, residenze estive, agriturismo e turismo panoramico).
Origini del nome: Zavattarello deve il suo nome all'attività che fu prevalente nel borgo per secoli, quella dei ciabattini: il volgare savattarellum indica proprio letteralmente "il luogo dove si confezionano le ciabatte (savatte)". Ancora oggi, nel dialetto locale, il paese è chiamato Savataré.
Antichissimo feudo dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, dopo la formazione della Contea vescovile di Bobbio, Zavatterello diviene un feudo personale del Vescovo che vi costruisce il castello. Nel 1390 il vescovo di Bobbio cede a Jacopo dal Verme il castello ed il feudo. I conti Dal Verme terranno la signoria assieme alla Contea di Bobbio e Voghera, Borgonovo Val Tidone, Pianello e Castel San Giovanni della val Tidone e altri feudi.
Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, entrò a far parte poi della Provincia di Bobbio. Nel 1801 il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passò dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia e quindi della Lombardia, nel 1923, dopo lo smembramento del circondario di Bobbio, passò alla provincia di Piacenza e quindi all'Emilia Romagna.
Questa divisione comportò numerose proteste degli abitanti dei centri dell'alta valle, desiderosi di rimanere sotto la giurisdizione pavese. Le proteste culminarono nella cosiddetta marcia su Bobbio e nell'indizione di alcuni referendum locali che, tenutisi il 27 febbraio 1925, videro la vittoria della fazione che chiedeva quasi al 100% il ritorno in provincia di Pavia, chiamata anche la "Provincia Madre", volontà accettata anche dal governo centrale di Roma. Nel 1926 i comuni di Romagnese, Ruino e Zavattarello vennero annessi alla provincia di Pavia e quindi tornando in Lombardia, Caminata e Trebecco invece rimasero parte della provincia di Piacenza, non senza proteste della popolazione locale.
IL PERCORSO
Dal borgo di Pietragavina m 752 slm nel comune di Varzi, proseguiamo in direzione del castello per circa 200 metri e, superate alcune abitazioni, pieghiamo a destra su sentiero pianeggiante. Si avanza attraversando una bellissima zona prativa con visuali molto belle sulla Val Tidone e sul monte del Castello di Verde. Prima di raggiungere la frazione di Rossone, incontriamo una casa isolata con una piccola cappelletta in sasso dedicata alla Madonna. Una lapide ci ricorda che nei tempi passati in questo luogo sorgeva una chiesa, distrutta poi per motivi ancora sconosciuti.
Superiamo quindi la frazione di Rossone ed attraversiamo la provinciale che collega Varzi a Zavattarello per imboccare in discesa un sentiero che gradatamente tra macchie boscate raggiunge il ponte sul Rio Morcione. Svoltiamo a sinistra e attraversiamo la frazione di Crocilia, incontrando poco dopo la grande panchina posizionata in un luogo dove possiamo osservare l’imponente Castello di Zavattarello. Ora avanziamo su stradina sterrata e raggiungiamo inizialmente la Piazza principale di Zavattarello e subito dopo saliamo al castello.
La visita guidata è prevista per le ore 11.00 e, finita la visita, consumeremo il pranzo al sacco.
Dopo un buon caffè, riprendiamo il nostro cammino sulla sponda opposta a quella in cui siamo scesi.
Dalla chiesa del paese, risaliamo su strada asfaltata per circa 1,5 km, per incontrare alla nostra sinistra una bella mulattiera che tra boschi di rovere e terrazzamenti coltivati ci porta ai piedi del monte Calenzone. Il percorso ora diventa pianeggiante ma poco dopo una discesa ripida ci porta nella parte alta dele Cascate del Morcione. Incontriamo in seguito la frazione di Casa Fiore m 745 slm, infine su srtada asfaltata ritorniamo al punto di partenza Pietragavina.
ABBIGLIAMENTO:
è necessario avere scarponcini da trekking, giacca anti vento, felpa, borraccia con acqua, bastoncini telescopici, pranzo al sacco,
RITROVO:
Pietragavina (PV) ore 8:30
COSTI
L’uscita prevede un contributo di: euro 10,00 per chi vorrà partecipare all’escursione, la quota comprende il biglietto di entrata con visita guidata al Castello di Zavattarello e l’accompagnamento degli Istruttori IWE dell’Associazione La Pietra Verde E.T.S.
Le quote di partecipazione saranno raccolte in loco prima della partenza.
Prenotazioni entro venerdì 21 febbraio
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Riccardo 339-6969819 Sabrina 338-8157173