12-13-14 luglio 2019
19-20-21 luglio 2019
ALTOPIANO DI ASIAGO: il monte cengio, il forte corbin e il forte verena (VI)
Incastonato tra le montagne venete, l’Altopiano dei Sette Comuni, meglio noto come Altopiano di Asiago, rappresenta una meta turistica ricca di fascino dal punto di vista naturalistico, grazie ai meravigliosi paesaggi che si aprono davanti ai nostri occhi passo dopo passo, ma anche dall’incontestabile interesse storico essendo indissolubilmente legato alla memoria della Grande Guerra, di cui è stato scenario primario. Per questo l’Altopiano di Asiago non è mai scontato: ogni volta che vi si giunge è sempre un’occasione per scoprirne un angolo nuovo, con la certezza di rimanere ogni volta incantati.
Dopo il successo dei trekking degli scorsi anni sull’Altopiano, quest’anno rivolgiamo il nostro sguardo su tre luoghi di interesse paesaggistico e storico che sapranno emozionarci: il Monte Cengio, il Forte Corbin e il Monte Verena con l’omonimo Forte. PRIMO GIORNO Il Monte Cengio Prima tappa del nostro weekend sull’Altopiano è costituita dall’escursione sul Monte Cengio. L'itinerario del Monte Cengio conduce l'escursionista alla visita di uno dei luoghi più spettacolari e significativi della Prima Guerra Mondiale, un luogo di elevato valore storico, situato in una posizione da cui si può ammirare uno dei paesaggi più belli dell'Altopiano. Il punto di partenza del sentiero è situato in corrispondenza del Piazzale "Principe del Piemonte" a quota 1286 m, che raggiungeremo con il pullman. La strada che percorreremo per arrivare all'inizio del sentiero è una rotabile militare costruita durante il Primo conflitto Mondiale per consentire alle truppe e agli armamenti l'accesso alla zona sommitale del Monte Cengio partendo dalla Val Canaglia, dove era collocata una stazione della ferrovia che anticamente consentiva l'accesso all'Altopiano. A testimoniare questa origine lungo la strada è già possibile notare resti di baraccamenti e gallerie. Partendo a piedi dal Piazzale Principe di Piemonte, imboccheremo la strada sterrata che parte dalla sinistra del piazzale stesso. Ad indicare l'inizio del percorso sono visibili anche dei cartelloni che riportano le principali informazioni sul luogo, installati nell'ambito del progetto "Ecomuseo della Grande Guerra". Il sentiero che imboccheremo si sviluppa lungo il lato sud-ovest del massiccio montuoso, scavato per lunghi tratti nella roccia viva, e in alcuni punti, utilizzando gallerie. La funzione di questa mulattiera di arroccamento, chiamata anche "granatiera", era quella di consentire l'accesso alla zona sommitale attraverso una via protetta dai tiri dell'artiglieria austriaca (situata a nord). Il sentiero si sviluppa per circa 4 km, consentendo di arrivare alla quota 1347 della cima. Il dislivello di 150 m sembra non farsi sentire, in quanto i numerosissimi punti di interesse storico (trincee, gallerie, postazioni di artiglieria, oltre al famosissimo salto dei granatieri) consentono piacevolissime soste e, in caso di giornate calde, i passaggi in galleria permettono di rinfrescarsi. La vista sulla parte finale della Valle dell'Astico e sulla retrostante pianura, di cui si gode per tutto il tragitto, è davvero mozzafiato. Dopo aver percorso un'altra imponente opera militare, la "Galleria di comando", si sbuca nel cosiddetto Piazzale Pennella (generale che da qui diresse le operazioni militari) da cui è possibile spaziare con lo sguardo su tutta la conca centrale dell'Altopiano di Asiago e da dove è possibile, percorrendo un ultimo tratto di salita, accedere alla zona sommitale del monte (quota 1347). Una volta visitata la cima (dove pranzeremo al sacco), possiamo intraprendere il percorso di ritorno seguendo la strada militare che da Piazzale Pennella ci porterà fino alla chiesetta intitolata ai Granatieri di Sardegna, la brigata che era posta a difesa del monte nel Giugno del 1917 e che qui si immolò quando l'esercito Imperiale sferrò un imponente attacco nell'ambito della Strafexpedition. Subito dopo la chiesetta, potremo ristorarci presso il rifugio Al Granatiere, per poi ritornare tranquillamente al punto di partenza percorrendo la strada asfaltata che dal Piazzale dei Granatieri riporta al Piazzale Principe di Piemonte: qui troveremo il pullman ad attenderci per condurci all’hotel dove pernotteremo. SECONDO GIORNO Il Forte Corbin La seconda giornata sarà dedicata alla visita guidata al Forte di Punta Corbin, situato in prossimità del Monte Cengio e del paese di Treschè Conca. Proprio nella piazza della chiesa di Treschè Conca lasceremo il pullman e inizieremo il percorso di avvicinamento al Forte, che raggiungeremo dopo circa due ore di cammino; percorreremo inizialmente tratti di strada asfaltata e mulattiere che ci condurranno all’imbocco della strada bianca e, attraversando meravigliose faggete, boschi di larici e prati sommitali, giungeremo al forte. Il Forte Corbin fu uno dei forti italiani che costituivano la linea difensiva sulle Prealpi vicentine: costruito a partire dal 1906 su uno sperone di roccia proteso sulla Valle dell’Astico con lo scopo di difendere la vallata da eventuali invasioni austroungariche, il Corbin fu progettato per essere una delle fortificazioni più potenti dell’Altopiano ma, in realtà, il suo ruolo nel conflitto fu marginale. Dopo pochi mesi dall’inizio della guerra, infatti, il Forte Corbin, così come tutte le altre fortezze della zona, fu privato dei cannoni e si trovò ad essere estremamente debole e inefficace. Durante la Strafexpedition del 1916, il Forte Corbin fu occupato dall’esercito austroungarico, che vi si insediò per un mese mentre si svolgeva la cruenta battaglia contro i Granatieri di Sardegna sul vicino Monte Cengio, in cui perse la vita anche il celebre irredentista Carlo Stuparich. Alla fine della “Spedizione Punitiva” il forte tornò ad essere italiano e da quel momento, sia per i danni che presentava, sia per lo spostamento dello scontro in altre zone dell’Altopiano, servì come postazione e osservatorio verso il Cimone, occupato dagli austriaci fino al 1918. Finita la guerra, il Corbin fu utilizzato per qualche anno dall’esercito come caserma per addestramenti, per poi essere abbandonato verso la fine degli anni Venti, quando lo stato autorizzò l’asportazione delle sei cupole di acciaio poste sul tetto della batteria lasciandolo a cielo aperto e senza sorveglianza. Giunti al forte, ci fermeremo per il pranzo composto da piatti tipici preparati dai proprietari e gestori del forte, verso le 14 inizieremo la visita guidata al forte. Terminata la visita, riprenderemo il cammino del ritorno, percorrendo una strada pianeggiante, inizialmente sterrata e in seguito asfaltata che ci riporta verso il paese di Treschè Conca per il rientro in hotel. TERZO GIORNO Il Forte Verena Dall’hotel ove abbiamo pernottato, raggiungeremo in pullman la località Verena 2000, rinomata area sciistica famosa per essere la ski area più alta di tutto l’Altopiano di Asiago. Da qui parte la seggiovia che, in circa 10 minuti, ci porterà fino alla cima del Monte Verena, dove potremo godere di una spettacolare vista a 360° tra gli altipiani di Asiago, Vezzena, Lavarone, e dove potremo visitare il Forte che prende il nome proprio dal monte ove è ubicato. Soprannominato “La Bestia dell’Altopiano” il Forte Verena fu una delle fortificazioni più significative ed allo stesso tempo simboliche dello sbarramento italiano sull'Altopiano di Asiago. Si trattava infatti della costruzione militare più elevata dell'Altopiano (a 2015 metri s.l.m.), a pochi chilometri dal Passo di Vezzena che marcava il confine con l'impero asburgico. Proprio da qui fu lanciato il primo colpo di cannone contro il vicino Forte Verle (distava 8 chilometri in linea d'aria) all'alba del 24 maggio 1915. Dal punto di vista di ingegneria militare, però, il Forte di Verena aveva dei difetti che si rivelarono fatali nel prosieguo del conflitto. I lavori iniziarono nel 1912 e terminarono in tutta fretta due anni dopo con il risultato di una costruzione moderna rispetto ad altri forti italiani ma troppo esposta alla vicina artiglieria nemica. Inoltre, anziché rinforzarlo con del calcestruzzo o del ferro, le mura esterne furono ricoperte con del cemento poco resistente che non fu in grado di resistere alle granate da 305mm lanciate dai forti austro-ungarici. Il 12 giugno 1915 una granata lo colpì in pieno provocando la morte di 40 soldati italiani e del loro capitano. Successivamente, altre granate danneggiarono le cupole dei cannoni, la torre di avvistamento e parte degli alloggi dei soldati (caserme e casematte). Fu perciò riconvertito a osservatorio fino al maggio 1916 quando l'offensiva austro-ungarica lo travolse in pieno. Dal punto di vista militare, il Forte Verena era dotato di 4 cannoni da 149 mm, affiancati successivamente da due batterie con obici da 280 mm, due cannoni d'acciaio da 75 mm e da diverse mitragliatrici per la difesa ravvicinata. Grazie a recenti lavori di ripristino, oggi è possibile visitare le caserme che si trovavano più in basso rispetto al forte vero e proprio, le casematte adibite a deposito armi, le postazioni delle batterie e le cupole dove erano stati posizionati i cannoni da 149 mm. Al termine della visita al Forte Verena, scenderemo a piedi lungo il sentiero che costeggia l’impianto di risalita, fino a raggiungere il punto di partenza della seggiovia. Sarà possibile pranzare al sacco nei meravigliosi prati fioriti che circondano l’area, oppure ristorarsi presso il Rifugio Verenetta. Dopo la sosta e un momento di riposo, riprenderemo il pullman per fare rientro a casa. Ritrovo venerdì 12 luglio e venerdì 19 luglio ore 6:50 Stazione FS di Tortona Partenza ore 7:00 (raccomandiamo la massima puntualità) Ritorno a Tortona domenica 14 luglio e domenica 21 luglio ore 20.00 circa. INFORMAZIONI UTILI: E' necessario portare con sè: scarponcini da trekking; giacca anti vento; felpa; borraccia con acqua; bastoncini telescopici se abituati ad usarli. Poichè il percorso del primo giorno prevedrà anche l'attraversamento di diverse gallerie non illuminate, si consiglia di munirsi di torcia portatile. Munirsi del pranzo al sacco del primo giorno. |
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