30 GENNAIO 2022
l'anello degli
spaventapasseri
cantalupo ligure - vendersi - cantalupo ligure (al)
IL PERCORSO
Lunghezza dell’itinerario: km 14 A/R
Dislivello in salita: m 400 circa
Dislivello in discesa: m 400 circa
Difficoltà: T (adatto a tutti)
Si precisa che, a seguito delle misure restrittive al trekking in Val Borbera a causa dell'emergenza Peste Suina Africana, l'intero percorso si svolgerà su strada asfaltata.
DESCRIZIONE
Dal paese di Cantalupo Ligure in Val Borbera m 360 s.l.m., si avanza verso sud, seguendo la provinciale in direzione Cabella Ligure. Dopo 3 km di cammino, si raggiunge la località di Albera Ligure m 425 s.l.m., poco prima del ponte sull’Albirola, si svolta a sinistra, proseguendo per circa 2 km, raggiungendo la piccola frazione di Santa Maria e il suo mulino ad acqua.
Il mulino di Santa Maria
Costruito nei primi anni dell’Ottocento, il mulino rappresenta una preziosa testimonianza di cultura ligure-montana basata sui valori del risparmio e del reimpiego mostrando i segni di una serie di riadattamenti sia strutturali sia funzionali avvenuti in epoche diverse fino all’ultimo dopoguerra. I materiali lignei e murari che costituiscono l'intera struttura sono stati infatti più volte sostituiti, riarrangiati e reimpiegati a seconda delle necessità d'uso susseguitesi nelle diverse epoche. Particolarmente significativa a questo riguardo risulta la presenza, in una parte dell’edificio ancora da ristrutturare, di un essiccatoio a soffitto per le castagne che venivano macinate per produrre farina e nella stessa stanza di un alternatore che testimonia la produzione, in un passato più recente, di energia elettrica per le case circostanti. Il mulino, mosso dall’acqua del torrente Albirola immagazzinata da un piccolo invaso di raccolta, è stato restaurato alcuni anni fa per volontà dell’Amministrazione Comunale in modo da riottenere una sua completa funzionalità sia per la macinazione del frumento sia del mais. Possiede due macine in pietra in grado di lavorare in maniera indipendente, mosse entrambe da una grande ruota che prende movimento dall’acqua della chiusa che scorre a fianco della costruzione. La macinazione a pietra dà origine ad una farina di frumento più grezza e meno raffinata di quella che si trova in commercio, ma che ha il vantaggio di preservare alcune caratteristiche alimentari che una raffinazione più spinta eliminerebbe. L'utilizzo di questo tipo di struttura potrebbe essere vantaggiosamente abbinato a produzioni di mais e frumento biologico realizzate in Val Borbera.
Dopo la visita, il percorso sale gradatamente per raggiungere il paesino di Vendersi a m 720 s.l.m. La caratteristica principale di questo borgo è rappresentata dagli spaventapasseri.
La leggenda degli Spaventapasseri
L’origine si ritrova nei rituali magici, infatti in antichità veniva considerato un simbolo di buon auspicio contro gli spiriti maligni e veniva utilizzato dagli agricoltori per invocare la protezione di Dio e l’aiuto sul lavoro. Con il passare del tempo si scoprì che era efficace anche per tenere lontani gli uccelli, per questo motivo iniziò ad essere usato per tale scopo e cominciò ad essere chiamato con il nome “spaventapasseri”. Inizialmente si utilizzava una semplice croce, veniva posta in mezzo al campo, ma con il tempo iniziò ad essere rivestita di materiali come tessuti, cappelli, sciarpe e accessori in modo che il suo aspetto assomigliasse sempre di più ad un guardiano del campo. Per simulare la presenza umana, si realizzava un fantoccio montato su delle sbarre in legno e abbigliato con un cappello di paglia e abiti vecchi.
Poco distante dal paese si trova la Chiesa dei Santi Matteo e Fortunato: risalente al IX secolo, fu costruita sulla cappella di una precedente abbazia benedettina gestita dai monaci di San Colombano, mentre l’Abbazia di San Pietro, ora scomparsa, è tra le più antiche fondazioni monastiche della zona, dedicata a San Pietro e gestita dai monaci di San Colombano venne distrutta per la prima volta nel X secolo.
Il ritorno su comoda e panoramica strada comunale, si raggiungerà inizialmente il paese di Pallavicino ed infine, in leggera discesa, fino a Cantalupo Ligure.
ABBIGLIAMENTO
È necessario avere scarponcini da trekking, giacca anti vento, felpa, borraccia con acqua, pranzo al sacco, MASCHERINA.
COSTI
L’uscita prevede un piccolo contributo di euro 3,00 a persona per l’accompagnamento degli Istruttori IWE dell’Associazione La Pietra Verde A.P.S., che verranno raccolti in loco prima della partenza. Ricordiamo a tutti che per partecipare all’uscita, occorre essere tesserati (costo € 10,00 l’anno)
Ritrovo a Cantalupo Ligure - Val Borbera (AL) – Piazza Comunale ore 9,30.
Prenotazione obbligatoria entro le ore 18:00 di sabato 29 gennaio – Riccardo 339-6969819
Lunghezza dell’itinerario: km 14 A/R
Dislivello in salita: m 400 circa
Dislivello in discesa: m 400 circa
Difficoltà: T (adatto a tutti)
Si precisa che, a seguito delle misure restrittive al trekking in Val Borbera a causa dell'emergenza Peste Suina Africana, l'intero percorso si svolgerà su strada asfaltata.
DESCRIZIONE
Dal paese di Cantalupo Ligure in Val Borbera m 360 s.l.m., si avanza verso sud, seguendo la provinciale in direzione Cabella Ligure. Dopo 3 km di cammino, si raggiunge la località di Albera Ligure m 425 s.l.m., poco prima del ponte sull’Albirola, si svolta a sinistra, proseguendo per circa 2 km, raggiungendo la piccola frazione di Santa Maria e il suo mulino ad acqua.
Il mulino di Santa Maria
Costruito nei primi anni dell’Ottocento, il mulino rappresenta una preziosa testimonianza di cultura ligure-montana basata sui valori del risparmio e del reimpiego mostrando i segni di una serie di riadattamenti sia strutturali sia funzionali avvenuti in epoche diverse fino all’ultimo dopoguerra. I materiali lignei e murari che costituiscono l'intera struttura sono stati infatti più volte sostituiti, riarrangiati e reimpiegati a seconda delle necessità d'uso susseguitesi nelle diverse epoche. Particolarmente significativa a questo riguardo risulta la presenza, in una parte dell’edificio ancora da ristrutturare, di un essiccatoio a soffitto per le castagne che venivano macinate per produrre farina e nella stessa stanza di un alternatore che testimonia la produzione, in un passato più recente, di energia elettrica per le case circostanti. Il mulino, mosso dall’acqua del torrente Albirola immagazzinata da un piccolo invaso di raccolta, è stato restaurato alcuni anni fa per volontà dell’Amministrazione Comunale in modo da riottenere una sua completa funzionalità sia per la macinazione del frumento sia del mais. Possiede due macine in pietra in grado di lavorare in maniera indipendente, mosse entrambe da una grande ruota che prende movimento dall’acqua della chiusa che scorre a fianco della costruzione. La macinazione a pietra dà origine ad una farina di frumento più grezza e meno raffinata di quella che si trova in commercio, ma che ha il vantaggio di preservare alcune caratteristiche alimentari che una raffinazione più spinta eliminerebbe. L'utilizzo di questo tipo di struttura potrebbe essere vantaggiosamente abbinato a produzioni di mais e frumento biologico realizzate in Val Borbera.
Dopo la visita, il percorso sale gradatamente per raggiungere il paesino di Vendersi a m 720 s.l.m. La caratteristica principale di questo borgo è rappresentata dagli spaventapasseri.
La leggenda degli Spaventapasseri
L’origine si ritrova nei rituali magici, infatti in antichità veniva considerato un simbolo di buon auspicio contro gli spiriti maligni e veniva utilizzato dagli agricoltori per invocare la protezione di Dio e l’aiuto sul lavoro. Con il passare del tempo si scoprì che era efficace anche per tenere lontani gli uccelli, per questo motivo iniziò ad essere usato per tale scopo e cominciò ad essere chiamato con il nome “spaventapasseri”. Inizialmente si utilizzava una semplice croce, veniva posta in mezzo al campo, ma con il tempo iniziò ad essere rivestita di materiali come tessuti, cappelli, sciarpe e accessori in modo che il suo aspetto assomigliasse sempre di più ad un guardiano del campo. Per simulare la presenza umana, si realizzava un fantoccio montato su delle sbarre in legno e abbigliato con un cappello di paglia e abiti vecchi.
Poco distante dal paese si trova la Chiesa dei Santi Matteo e Fortunato: risalente al IX secolo, fu costruita sulla cappella di una precedente abbazia benedettina gestita dai monaci di San Colombano, mentre l’Abbazia di San Pietro, ora scomparsa, è tra le più antiche fondazioni monastiche della zona, dedicata a San Pietro e gestita dai monaci di San Colombano venne distrutta per la prima volta nel X secolo.
Il ritorno su comoda e panoramica strada comunale, si raggiungerà inizialmente il paese di Pallavicino ed infine, in leggera discesa, fino a Cantalupo Ligure.
ABBIGLIAMENTO
È necessario avere scarponcini da trekking, giacca anti vento, felpa, borraccia con acqua, pranzo al sacco, MASCHERINA.
COSTI
L’uscita prevede un piccolo contributo di euro 3,00 a persona per l’accompagnamento degli Istruttori IWE dell’Associazione La Pietra Verde A.P.S., che verranno raccolti in loco prima della partenza. Ricordiamo a tutti che per partecipare all’uscita, occorre essere tesserati (costo € 10,00 l’anno)
Ritrovo a Cantalupo Ligure - Val Borbera (AL) – Piazza Comunale ore 9,30.
Prenotazione obbligatoria entro le ore 18:00 di sabato 29 gennaio – Riccardo 339-6969819