18-19 luglio 2020
il monte cimone
la notte delle streghe
il forte campolongo (vi)
Il Monte Cimone o “monte delle mine” è una montagna delle Prealpi Venete che è stata di strategica importanza durante la Grande Guerra. Percorreremo insieme, immersi in un’atmosfera ricca di storia, il sentiero che risale fino alla cima del monte su cui, all’alba del 23 settembre 1916, gli austro-ungarici fecero esplodere due gigantesche mine che polverizzarono parte della montagna facendo strage tra le truppe italiane e causando più di 1100 vittime. La sera, in occasione dell’Hoga Zait 2020, il festival dei Cimbri, assisteremo nel Parco delle Leggende nel paese di Cesuna al magico spettacolo della Notte delle Streghe. L’uscita proseguirà il giorno dopo alla scoperta del Forte Campolongo, che è stato eretto negli anni 1912-14 ed era, all’epoca, una delle più moderne costruzioni realizzate dal genio militare italiano. Al ritorno dell’escursione incontreremo la voragine Sciason, spettacolare grotta che sprofonda in un pozzo vertiginoso di cui è impossibile scorgerne il fondo.
Sabato 18 luglio Lunghezza dell’escursione km 11 Dislivello: 350 metri Altitudine minima: 900 m slm Altitudine massima: 1.226 m slm Durante la Prima Guerra Mondiale, il Cimone, come tutte le montagne limitrofe, rappresentò l'ultimo baluardo contro l'irruzione austriaca nella Strafexpedition (la cosiddetta spedizione punitiva) della primavera del 1916. Durante l'offensiva, il Monte Cimone e il vicino Monte Caviojo furono conquistati dalle truppe austriache: la vetta fu riconquistata da un manipolo di Alpini e Finanzieri il 22 Luglio 1916 dopo numerosi e sanguinosi tentativi e fu poi mantenuta per tutto il resto della guerra. Il successivo 23 Settembre 1916 gli austriaci fecero saltare la vetta con lo scoppio di una mina di 14.200 kg di esplosivo: la cima del Monte Cimone scomparve e con essa trovò la morte un’intera brigata di fanteria. L'effetto dell'esplosione si può oggi toccare con mano, guardando l'ampia conca nei pressi del Sacello Ossario, costruito sopra i corpi dei soldati sepolti nelle viscere della montagna distrutta. L'Ossario fu inaugurato il 22 Settembre del 1929, alla presenza del Principe Umberto di Savoia. Il Percorso: Il sentiero parte dal Cimitero dei Crosati, nella contrà di Campana e permette di raggiungere la cima del Monte Cimone, attraversando i luoghi segnati dagli avvenimenti della Prima Guerra Mondiale. Il tragitto poi si snoda in un fitto bosco di faggi e permette di ammirare numerosi resti di trincee, utilizzate dai soldati durante il conflitto. Si prosegue in leggera salita e dopo alcuni chilometri si raggiunge l'osservatorio austriaco sul Cimoncello. Ripreso il sentiero si giunge alla "Bolgia delle Streghe" non lontano dal colletto roccioso disseminato di trincee che possono essere percorse per raggiungere il Sacrario di Monte Cimone. È proprio da qui che partirono i lavori di scavo per piazzare la grande mina sotto il monte, occupato dagli Italiani. Dalla cima il panorama possiamo ammirare la dorsale del Cimone che scende verso le cime del Caviojo e di Quota Neutra, sulla sinistra una vasta parte della val d'Astico con la muraglia rocciosa del Cimoncello, sulla destra la valle di Posina. Oltre le vallate, l'Altopiano di Asiago con il monte Cengio e la dorsale del monte Summano, monte Novegno-Priaforà, fino al massiccio del Pasubio. Per il ritorno si può scendere al Piazzale degli Alpini e proseguire in discesa lungo la strada asfaltata per un centinaio di metri fino all’inizio del sentiero CAI n. 536. Quest’ultimo s'inoltra nel bosco con alcuni saliscendi e attraversa numerose linee di trincee ai margini della scarpata della valle di Riofreddo (laterale sinistra della Val Posina). Dopo alcuni chilometri si raggiunge una stradina forestale: proseguendo diritti si attraverserebbe tutto l'altopiano per uscire nella "Valle dei Ciliegi", mentre svoltando si incontra nuovamente la strada asfaltata del Cimone che riconduce a contrà Campana. La notte delle Streghe Hoga Zait (in cimbro significa tempo bello o tempo alto) è un festival culturale che viene organizzato dal Comune di Roana con le sue frazioni (Camporovere, Canove, Mezzaselva, Cesuna, Treschè Conca e Canove e Rotzo). Lo scopo di Hoga Zait è portare avanti la cultura cimbra (che, purtroppo, sta rischiando di sparire con le nuove generazioni) sempre nel rispetto delle identità di vari gruppi etnici minoritari; l'edizione 2018 vuole tornare alle origini del Festival sostenendo e divulgando la peculiarità della nostra terra e del popolo dei Cimbri dei Sette Comuni, promuovendo antiche tradizioni, usi e costumi, la gastronomia tipica. Ma chi sono i cimbri ? La più antica origine di questo popolo viene fatta risalire alla fine del II° secolo a.C., quando una tribù germanica o celtica, invase la repubblica romana, fermandosi sulle Prealpi Venete e mantenendo il proprio linguaggio e cultura (secondo alcune fonti antiche la loro sede originaria era nel nord dell'attuale Danimarca, chiamata anche penisola cimbra nell'antichità). Secondo studi più recenti, i cimbri sarebbero stati alcuni gruppi provenienti dall’area linguistica Bavaro-tirolese che, intorno all'anno Mille, scesero dalla Germania meridionale per fermarsi a sud delle alpi ed anche sull’Altopiano: si trattava di popolazioni emigrate dalla Germania in cerca di terra da coltivare per vivere, guidate spesso dai Vescovi, dai rappresentanti imperiali, dagli ordini religiosi, come risulta esplicitamente da alcuni documenti storici. Domenica 19 luglio Lunghezza dell’escursione km 7 Dislivello: 180 metri Altitudine minima: 1.549 m slm Altitudine massima: 1.720 m slm Il forte Campolongo è stata una fortezza militare costruita a difesa del confine italiano contro l'Impero austro-ungarico (lungo la linea di confine che attualmente si può collocare tra la provincia di Vicenza e il Trentino) a 1.720 metri di altitudine sulla sommità dell'omonimo monte che si eleva sul fianco destro della media Val d'Astico. Il forte si trova nel territorio comunale di Rotzo e si affaccia con pareti a picco sulla sottostante val d'Assa. Recentemente è stato restaurato grazie al progetto ecomuseo Grande Guerra delle Prealpi vicentine. L'attacco del sentiero per il Forte, parte 200 mt. prima del parcheggio del Rifugio, Il fondo è in ottime condizioni e la salita agevole. Il sentiero era la vecchia mulattiera di collegamento fra la strada principale e il Forte, uno fra quelli tecnologicamente più avanzati e strategicamente meglio posizionati della linea difensiva italiana. Si avanza agevolmente nel bosco e si raggiunge una piazzola di sosta con panche all'ombra, per ristorarsi giusto un attimo. Pochi metri dopo il tornante si incontra quello che era l'alloggio ufficiali, oggi ristrutturato ad uso privato. Al tornante successivo si è in dirittura d'arrivo: il cancello posto ad impedire l'accesso ai veicoli, lo evidenzia. Ecco il piazzale antistante il forte: la maestosità dell'accesso lascia di stucco. La nostra visita prosegue all’interno dell’edificio e addirittura possiamo raggiungere la parte sommitale. Il Campolongo è l'unico ad avere solo 4 postazioni, quindi è quello più ridotto. Fa sorridere tragicamente lo stile architettonico impresso a tutte le strutture, la leziosità e la cura dei particolari in pietra, con tanto di vascello medioevale e fossato, a ricordo dell'ultimo periodo in cui la nazione aveva costruito fortificazioni a scopo bellico... per combattere alla fine, in modo del tutto inadeguato, una guerra impossibile, una guerra che l'Italia non avrebbe mai vinto se il nemico non si fosse trovato a combattere anche sul fronte orientale! Le macerie e i tragici resti sparsi in tutta la catena alpina restano muta testimonianza della follia umana. Il ritorno, in discesa, si devia tra meravigliosi boschi di conifere per raggiungere un luogo particolarmente interessante. Conosciuta anche con il nome di "Caverna del Sieson" è una spettacolare bizzarria della natura che si trova nella piana di Campolongo a poche centinaia di metri dall'omonimo Rifugio. Alla vista si presenta come una normale caverna ma appena giunti al limitare dell'ingresso ci si accorge che sprofonda in una voragine vertiginosa e infatti nonostante la sua ampiezza è impossibile scorgere completamente il fondo. Al termine dell’escursione ci sposteremo ad Asiago per la visita alla città. Il ritorno a Tortona è previsto per le ore 19,30/20,00 Abbigliamento: E' necessario avere: scarponcini da trekking; giacca anti vento; mantella impermeabile; felpa leggera; borraccia con acqua; bastoncini telescopici se abituati ad usarli; pranzo al sacco del 1° giorno Costi: € 160,00 a persona 310,00 a coppia La quota comprende: - cena presso l' Albergo-Ristorante Belvedere di Cesuna - pernotto e prima colazione presso l'Albergo Belvedere di Cesuna e il B&B Alba di Tresche Conca (VI) - pranzo al sacco per l'escursione del 19 luglio - pullman GT Tortona-Asiago-Tortona - accompagnamento Istruttori IWE RITROVO STAZIONE FS DI TORTONA ORE 6,45 PARTENZA ORE 7,00 Referente: Riccardo 339.6969819 |
ATTENZIONE:
DOPO AVERE INVIATO NOME, COGNOME NUMERO DI CELLULARE AL REFERENTE DELL'ESCURSIONE, ED AVER RICEVUTO LA CONFERMA DELL' AVVENUTA PRENOTAZIONE È OBBLIGATORIO VERSARE LA CAPARRA ALL'ATTO DELL'ISCRIZIONE DI € 60 IL SALDO ENTRO IL 30 GIUGNO 2020 ATTENZIONE: la prenotazione sarà considerata valida solo all’atto del versamento! i versamenti si possono effettuare con le seguenti modalità: 1 - VERSAMENTO TRAMITE BONIFICO BANCARIO: La Pietra Verde – Banca Regionale Europea Fil. Di Monleale (AL) IBAN: IT29C0311148390000000012170 2 - VERSAMENTO TRAMITE POSTA: Postepay numero tessera: 4023600949627220 3 - PRESSO LO SPORTELLO PIETRA VERDE Ogni primo sabato del mese dalle ore 10,00 alle ore 12,00 Palazzo Guidobono - Piazza Arzano, Via Emilia Tortona (AL) |