4 febbraio 2024
la strada del nobile
dal santuario di ca' del bello al castello di sorli
Val Borbera (AL)
Sulle morbide alture di Borghetto Borbera incontriamo il santuario di Cà del Bello,
dove ha inizio la nostra escursione che raggiungerà i ruderi del Castello di Sorli.
Un’uscita tranquilla, per tutti, ricca di spunti naturalistici e storici.
Nel rispetto dell’Ordinanza n.2/2023 emanata il 20/04/2023 dal Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana
- i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio
- si dovrà camminare esclusivamente sui sentieri, non è consentito abbandonarne il tracciato
- è obbligatorio effettuare il cambio di calzature alla partenza e all’arrivo delle escursioni oppure alla disinfezione delle stesse con disinfettanti attivi nei confronti del virus
Ricordiamo a tutti che per partecipare all’uscita occorre essere tesserati (costo € 10.00 l’anno).
dove ha inizio la nostra escursione che raggiungerà i ruderi del Castello di Sorli.
Un’uscita tranquilla, per tutti, ricca di spunti naturalistici e storici.
Nel rispetto dell’Ordinanza n.2/2023 emanata il 20/04/2023 dal Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana
- i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio
- si dovrà camminare esclusivamente sui sentieri, non è consentito abbandonarne il tracciato
- è obbligatorio effettuare il cambio di calzature alla partenza e all’arrivo delle escursioni oppure alla disinfezione delle stesse con disinfettanti attivi nei confronti del virus
Ricordiamo a tutti che per partecipare all’uscita occorre essere tesserati (costo € 10.00 l’anno).
Lunghezza itinerario: km 11 A/R
Dislivello in salita: m 360
Dislivello in discesa: m 360
Segnavia: n. 200
Difficoltà: T/E (escursionisti con un minimo di allenamento)
Come raggiungere il Santuario della Madonna della Neve:
Raggiunto il paese di Borghetto Borbera da Vignole Borbera o Garbagna, all’incrocio del semaforo svoltare a sinistra per chi arriva da Vignole (a destra per chi arriva da Garbagna) e avanzare via Santuario Cà del Bello. Seguire la stradina asfaltata per circa 3 km fino al Santuario dove si trova l’ampio parcheggio adiacente.
IL PERCORSO
Dal Santuario m 492 slm, si procede in direzione Est su carrareccia, seguendo il segnavia n. 200. Il percorso sale dolcemente fino a raggiungere il crinale dove incontriamo una lapide che ricorda la morte di un partigiano, ora il tragitto diventa più pianeggiante, regalandoci scorci gradevoli sulle vallette attigue e i paesini arroccati tra i colli.
Si raggiunge la Bocchetta di Albarasca a circa m 542 e si prosegue sempre in direzione Est, oltrepassando la frazione di Albarasca.
Incontriamo ora la strada asfaltata che seguiamo per circa 500 metri fino alla frazione di San Martino di Sorli m 530 slm, ove è situato l’Oratorio di San Martino. Seguiamo i segnavia tra le case, per salire successivamente su corta ma ripida salita fino a raggiungere il Castello di Sorli a m 662 slm, dove consumeremo il pranzo al sacco.
Il ritorno al Santuario di Cà del Bello avverrà a ritroso sullo stesso percorso.
LA STORIA
Il Santuario della Madonna della neve
Il Santuario, fu eretto nel 1672 sul colle chiamato di Prà San Martino, seguirono i numerosi ampliamenti e restauri sempre stati voluti dalla comunità devota. Originariamente di modeste dimensioni accoglieva sull’altare una pala raffigurante la Vergine Lauretana con i santi Vescovi Martino e Cipriano.
I primi lavori di ampliamento avvennero intorno al 1750: innalzamento, allungamento e allargamento era al centro dei lavori. Intorno al 1860 ulteriori lavori furono necessari: il coro in muratura, il coro in legno e lo spostamento del dipinto della Vergine decorato con stucchi da un artista genovese: Gerolamo Centonaro.
Negli anni tra il ‘30 e il ‘38 del Novecento proseguirono i restauri del campanile, allargamento della navata sinistra, una nuova facciata, nuovo tetto e portico, i cornicioni all’interno. Ancora all’artista Clemente Salsa venne commissionato il rifacimento del presbiterio con affreschi e il restauro dell’icona della Vergine Lauretana. A inizio anni quaranta del Novecento, l’originaria cappella non esisteva più. Ora si presentava un vero e proprio santuario dedicato alla Madonna Della Neve.
Ora la chiesa non si trova più in località Prà San Martino ma in località Ca’ del Bello.
La maestosa Via Crucis che accoglie il fedele fino a giungere alla chiesa è formata da quattordici cappelle datate 1833 per sostituire le più antiche del 1737. Clemente Salsa le ridipinse nel 1927, ma a causa delle intemperie gli affreschi vennero sostituite da bassorilievi in bronzo più resistenti.
La festa si celebra ogni 5 agosto.
L’Oratorio di San Martino
La piccola chiesa è sicuramente di origine medioevale, la datazione è riscontrabile intorno al XII sec. Il campanile presenta la classica copertura romanica. La struttura è costituita da bifore cieche che ritmano il campanile per non renderlo troppo pesante all’occhio umano. L’abside invece è poligonale. La struttura presenta ancora i conci utilizzati nella costruzione. La facciata invece, a capanna, presenta due lesene con pietra a vista che la incorniciano. Il resto è intonacato. La porta, firmata da Giacomo Bagnasco, è del 1896. A sovrastare il portone invece è un rosone polilobato.
Sul muro dalla parte del campanile troviamo un arco a tutto sesto, che si riproduce internamente. Probabilmente quest’apertura, oggi murata, accoglieva un portico, centro di ricovero per viandanti.
La chiesa è ad una sola navata. L’interno è intonacato. L’arco, le lesene e l’abside invece sono state mantenute con la pietra a vista.
Sulla parete sinistra dell’unica navata troviamo l’affresco di San Martino. Marco Raffa su I segni del tempo (Lions) cerca di analizzarlo. Innanzitutto ci indica che, a differenza del classico S. Martino, non presenta il mantello (la tradizione ci dice che S. Martino divise il suo mantello con il povero), ma al suo posto larghe maniche, tipiche del Trecento. Il colore giallo-oro invece è presente già alla fine del Duecento. Ma l’abito indossato è tipico del Quattrocento. Secondo Il Raffa la posizione delle mani indicherebbe che il personaggio impugnasse qualche oggetto o strumento, ma il frescante ignoto ha voluto probabilmente rappresentare San Martino in pose, così come in abiti, civili: essendo stato un cavaliere vorrebbe sottolineare la rinuncia a tutte le attività belliche.
Nella chiesa è presente anche una statua lignea del 1915: dello scultore Vittorio Ferraro, rappresenta la Madonna con Bambino.
Il Castello di Sorli
Non si sa di preciso quando il castello venne costruito, sappiamo che il castello faceva parte di una lunga fila di manieri utili per fermare i barbari prima degli Appennini genovesi. Questi vennero costruiti su ordine del generale romano Costanzo Cloro attorno al V secolo e servivano per creare un confine dalle Alpi Cozie all'Adriatico.
Il primo scritto in cui il castello viene citato è di Papa Adriano IVdel 1157, in una lettera di risposta al vescovo di Tortona, dopo che questa era stata presa da Federico Barbarossa. In questo scritto, Adriano IV regalava al vescovo e ai suoi successori alcune terre, chiese e castelli, comprendendo quello di Surlae.
In seguito divenne possesso di Giangaleazzo Visconti duca di Milano e da questi a Bernardo Lunati che ne rimasero in possesso del feudo rimase sino al 1753 quando venne inglobato nel regno di Sardegna.
Oggi il castello si trova in pessimo stato di conservazione, ridotto a un rudere. In origine era formato da una massiccia torre a base quadrangolare, con funzione di mastio, e da un altro edificio a base rettangolare con aperture ad arco a sesto acuto. I due collegati da una cinta muraria che chiudeva un cortile di forma rettangolare irregolare.
RITROVO
Ore 9,45 presso il Santuario di Cà del Bello (Madonna della neve).
ABBIGLIAMENTO
È necessario avere scarponcini da trekking, giacca anti vento, felpa, bastoncini da trekking se abituati ad usarli, borraccia con acqua, pranzo al sacco.
COSTI
L’uscita prevede un contributo di:
euro 3,00 per chi vorrà partecipare all’escursione, la quota comprende l’accompagnamento degli Istruttori IWE dell’Associazione
La Pietra Verde E.T.S.
Le quote di partecipazione saranno raccolte in loco prima della partenza.
Prenotazioni entro venerdì 2 febbraio.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Riccardo 339-6969819 Sabrina 338-8157173
Dislivello in salita: m 360
Dislivello in discesa: m 360
Segnavia: n. 200
Difficoltà: T/E (escursionisti con un minimo di allenamento)
Come raggiungere il Santuario della Madonna della Neve:
Raggiunto il paese di Borghetto Borbera da Vignole Borbera o Garbagna, all’incrocio del semaforo svoltare a sinistra per chi arriva da Vignole (a destra per chi arriva da Garbagna) e avanzare via Santuario Cà del Bello. Seguire la stradina asfaltata per circa 3 km fino al Santuario dove si trova l’ampio parcheggio adiacente.
IL PERCORSO
Dal Santuario m 492 slm, si procede in direzione Est su carrareccia, seguendo il segnavia n. 200. Il percorso sale dolcemente fino a raggiungere il crinale dove incontriamo una lapide che ricorda la morte di un partigiano, ora il tragitto diventa più pianeggiante, regalandoci scorci gradevoli sulle vallette attigue e i paesini arroccati tra i colli.
Si raggiunge la Bocchetta di Albarasca a circa m 542 e si prosegue sempre in direzione Est, oltrepassando la frazione di Albarasca.
Incontriamo ora la strada asfaltata che seguiamo per circa 500 metri fino alla frazione di San Martino di Sorli m 530 slm, ove è situato l’Oratorio di San Martino. Seguiamo i segnavia tra le case, per salire successivamente su corta ma ripida salita fino a raggiungere il Castello di Sorli a m 662 slm, dove consumeremo il pranzo al sacco.
Il ritorno al Santuario di Cà del Bello avverrà a ritroso sullo stesso percorso.
LA STORIA
Il Santuario della Madonna della neve
Il Santuario, fu eretto nel 1672 sul colle chiamato di Prà San Martino, seguirono i numerosi ampliamenti e restauri sempre stati voluti dalla comunità devota. Originariamente di modeste dimensioni accoglieva sull’altare una pala raffigurante la Vergine Lauretana con i santi Vescovi Martino e Cipriano.
I primi lavori di ampliamento avvennero intorno al 1750: innalzamento, allungamento e allargamento era al centro dei lavori. Intorno al 1860 ulteriori lavori furono necessari: il coro in muratura, il coro in legno e lo spostamento del dipinto della Vergine decorato con stucchi da un artista genovese: Gerolamo Centonaro.
Negli anni tra il ‘30 e il ‘38 del Novecento proseguirono i restauri del campanile, allargamento della navata sinistra, una nuova facciata, nuovo tetto e portico, i cornicioni all’interno. Ancora all’artista Clemente Salsa venne commissionato il rifacimento del presbiterio con affreschi e il restauro dell’icona della Vergine Lauretana. A inizio anni quaranta del Novecento, l’originaria cappella non esisteva più. Ora si presentava un vero e proprio santuario dedicato alla Madonna Della Neve.
Ora la chiesa non si trova più in località Prà San Martino ma in località Ca’ del Bello.
La maestosa Via Crucis che accoglie il fedele fino a giungere alla chiesa è formata da quattordici cappelle datate 1833 per sostituire le più antiche del 1737. Clemente Salsa le ridipinse nel 1927, ma a causa delle intemperie gli affreschi vennero sostituite da bassorilievi in bronzo più resistenti.
La festa si celebra ogni 5 agosto.
L’Oratorio di San Martino
La piccola chiesa è sicuramente di origine medioevale, la datazione è riscontrabile intorno al XII sec. Il campanile presenta la classica copertura romanica. La struttura è costituita da bifore cieche che ritmano il campanile per non renderlo troppo pesante all’occhio umano. L’abside invece è poligonale. La struttura presenta ancora i conci utilizzati nella costruzione. La facciata invece, a capanna, presenta due lesene con pietra a vista che la incorniciano. Il resto è intonacato. La porta, firmata da Giacomo Bagnasco, è del 1896. A sovrastare il portone invece è un rosone polilobato.
Sul muro dalla parte del campanile troviamo un arco a tutto sesto, che si riproduce internamente. Probabilmente quest’apertura, oggi murata, accoglieva un portico, centro di ricovero per viandanti.
La chiesa è ad una sola navata. L’interno è intonacato. L’arco, le lesene e l’abside invece sono state mantenute con la pietra a vista.
Sulla parete sinistra dell’unica navata troviamo l’affresco di San Martino. Marco Raffa su I segni del tempo (Lions) cerca di analizzarlo. Innanzitutto ci indica che, a differenza del classico S. Martino, non presenta il mantello (la tradizione ci dice che S. Martino divise il suo mantello con il povero), ma al suo posto larghe maniche, tipiche del Trecento. Il colore giallo-oro invece è presente già alla fine del Duecento. Ma l’abito indossato è tipico del Quattrocento. Secondo Il Raffa la posizione delle mani indicherebbe che il personaggio impugnasse qualche oggetto o strumento, ma il frescante ignoto ha voluto probabilmente rappresentare San Martino in pose, così come in abiti, civili: essendo stato un cavaliere vorrebbe sottolineare la rinuncia a tutte le attività belliche.
Nella chiesa è presente anche una statua lignea del 1915: dello scultore Vittorio Ferraro, rappresenta la Madonna con Bambino.
Il Castello di Sorli
Non si sa di preciso quando il castello venne costruito, sappiamo che il castello faceva parte di una lunga fila di manieri utili per fermare i barbari prima degli Appennini genovesi. Questi vennero costruiti su ordine del generale romano Costanzo Cloro attorno al V secolo e servivano per creare un confine dalle Alpi Cozie all'Adriatico.
Il primo scritto in cui il castello viene citato è di Papa Adriano IVdel 1157, in una lettera di risposta al vescovo di Tortona, dopo che questa era stata presa da Federico Barbarossa. In questo scritto, Adriano IV regalava al vescovo e ai suoi successori alcune terre, chiese e castelli, comprendendo quello di Surlae.
In seguito divenne possesso di Giangaleazzo Visconti duca di Milano e da questi a Bernardo Lunati che ne rimasero in possesso del feudo rimase sino al 1753 quando venne inglobato nel regno di Sardegna.
Oggi il castello si trova in pessimo stato di conservazione, ridotto a un rudere. In origine era formato da una massiccia torre a base quadrangolare, con funzione di mastio, e da un altro edificio a base rettangolare con aperture ad arco a sesto acuto. I due collegati da una cinta muraria che chiudeva un cortile di forma rettangolare irregolare.
RITROVO
Ore 9,45 presso il Santuario di Cà del Bello (Madonna della neve).
ABBIGLIAMENTO
È necessario avere scarponcini da trekking, giacca anti vento, felpa, bastoncini da trekking se abituati ad usarli, borraccia con acqua, pranzo al sacco.
COSTI
L’uscita prevede un contributo di:
euro 3,00 per chi vorrà partecipare all’escursione, la quota comprende l’accompagnamento degli Istruttori IWE dell’Associazione
La Pietra Verde E.T.S.
Le quote di partecipazione saranno raccolte in loco prima della partenza.
Prenotazioni entro venerdì 2 febbraio.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Riccardo 339-6969819 Sabrina 338-8157173