19 marzo 2023
le isole ofiolitiche di
pietra parcellara e pietra perduca (pc)
Lunghezza dell’itinerario: km 12
Dislivello totale in salita: m. 400 Dislivello totale in discesa: m. 400 Altitudine massima: m 836 s.l.m. Difficoltà: E escursionisti con un minimo di allenamento IL TERRITORIO Quattro "giganti buoni" dominano con i loro profili familiari questo punto della Valtrebbia che converge su Perino. Sono la Concrena, l'Armelio, l'Osero e la Pietra Parcellara; quattro montagne, le prime tre sul versante destro, la quarta su quello sinistro del fiume Trebbia, con l'aria dei mille metri, modeste, senza cime tempestose, due verdissime di boschi (Concrena ed Osero) e due nereggianti di rocce scure (Armelio e Parcellara). Parliamo qui dell'ultimo dei quattro "giganti", la Pietra Parcellara (836 m.) in dialetto piacentino "Pedra Parslèra" , è un sito stupendo che si affaccia sulla val Trebbia in un punto in cui il tratto collinare è ancora dolce, differente dall'imponenza e a volte dall'asprezza delle cime che seguono il fiume nel suo risalire verso la sorgente; è una delle montagne più note ai Piacentini, è detta anche il "Cervino piacentino” perché ricorda con la sua punta aguzza il ben più noto ed alto monte delle Alpi; è quasi una gita d'obbligo per chi soggiorna nella zona o per chi vuole trascorrere una giornata tra i monti senza doversi allontanare troppo dalla città. Solitaria ofiolite di perso colore, in quanto nessun monte le si affianca da Travo fino alle pendici del monte Lazzaro, si presenta con mille facce ed aspetti diversi, ogni volta sorprendenti: da Travo è rotonda come un elmetto, da Perino è appuntita ed affilata come un duro e nereggiante cono, da Cassolo è piatta e larga con sembianze di volto umano (nel Ventennio si diceva che ricordasse il profilo del Duce); seppur non particolarmente alta si erge dal pacato profilo dei colli circostanti dai quali differisce per morfologia imponenza e colore. Questo massiccio roccioso è una porzione del mantello terrestre, scaturito dalle profondità del nostro pianeta 250 milioni di anni or sono; per essere tecnici e precisi le rocce che costituiscono la Pietra Parcellara sono rocce magmatiche - ofiolitiche - intrusive - alloctone - magmatiche in quanto prodotte da primevi bocche vulcaniche o meglio da una caldera presente ai tempi dove oggi trovasi il golfo di Genova - intrusive in quanto non hanno mai raggiunto la superficie aerea del pianeta ma sono state inglobate in altre rocce - alloctone in quanto non generate nel situ in cui oggi si trovano ma, ivi giunte grazie ai movimenti della crosta terrestre; al sollevarsi dei rilievi appenninici i processi di glaciazione e di degradazione eolico-meteorica hanno eroso il più tenero tessuto argilloso e fatto affiorare questo “gigante dai piedi d’argilla”, portandolo a troneggiare sul paesaggio circostante. Sulla Pietra Parcellara anticamente chiamata Prescigliera, era presente un castrum monastico che crebbe di importanza con la costruzione del Castello di Prescigliera e della vicina cappella; antico possedimento del Monastero di San Paolo di Mezzano Scotti, successivamente, passò ai Malaspina; nel 1155 passò alla nobile famiglia dei Perducca, feudataria della Pietra Perduca/Perducca , anch'essa fortificata e dotata di castello . Nel 1269 il Comune di Piacenza occupa il territorio distruggendo il castello ed il feudo di Parcellara, unitamente a quello di Mezzano Scotti, entrano a far parte della Contea vescovile di Piacenza, fino al passaggio sotto il Comune di Bobbio nel 1927. IL PERCORSO Da Pietra inizieremo la nostra escursione seguendo una mulattiera che porta all'oratorio della Madonna di Caravaggio dove inizia la ripida via scolpita nella roccia che s'inerpica lungo le balze rocciose, la salita è abbastanza facile, ma per chi soffre di vertigini non è adatta. In poco tempo, tra massi, ghiaie e costoni, su rocce levigate dal secolare passaggio di pellegrini, viandanti ed escursionisti, si perviene alla cima del monte, 836 metri di serpentino rossastro che dominano la valle del torrente Dorba di Travo, la più bassa e pittoresca Pietra Perducca e la torre di Bobbiano. La via è tanto più bella ed interessante quanto più viene percorsa con calma, soffermandosi spesso a riprendere fiato, a rilassarsi e, perché no, ad ammirare le balze rocciose circostanti che nascondono veri e propri tesori botanici. Il panorama dalla cima della Pietra Parcellara è davvero unico; una vista a 360° su Padania, cerchia alpina, media e bassa val Trebbia con le cime a chiusura di valle - i monti Pillerone e Dinavolo - per proseguire lungo il crinale che divide Trebbia e Nure dominato dal verde cupolone del monte Osero ed ancora le corrusche cime della Concrena o Sette Sorelle e del monte Armelio che interrompono l’orizzonte meridionale mentre ad occaso domina la cima del monte Penice irta di antenne che contendono lo svettare con il Santuario di Santa Maria; volgendo lo sguardo a settentrione, l’attenzione cade su un groppo roccioso, leggermente infero, simile alla Pietra Parcellara ma più minuto, più delicato negli aspetti, anch’esso impreziosito da una chiesa... trattasi della Pietra Perduca o Perducca. ABBIGLIAMENTO E' necessario avere scarpe da trekking, giacca anti vento/anti acqua, felpa, borraccia con acqua, bastoncini telescopici (se abituati ad utilizzarli), pranzo al sacco. RITROVO Presso Viale della Stazione, Parcheggio ex Silva di Varzi (PV) ore 8.00 puntuali. Spostamento in auto COSTI Per partecipare all'escursione è necessario essere tesserati all'Associazione "La Pietra Verde A.P.S.": la quota annua di iscrizione di Euro 10,00 https://www.lapietraverde.org/uploads/4/3/5/9/43593609/modulo_di_iscrizione_2023.pdf L’uscita prevede un contributo di € 3,00 a persona per l’accompagnamento degli Istruttori IWE dell’Associazione La Pietra Verde, che verranno raccolti in loco prima della partenza. Prenotazioni: Riccardo: 339-6969819 - Pietro 320-8755228 |
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