PRIMAVERA 2023
DA SAN MINIATO A SIENA
DA SAN MINIATO A SIENA
25-30 APRILE Partenza da Tortona Ritrovo ore 6.45 presso la Stazione FS Partenza ore 6.59 con treno InterCity Cambio a Pisa Centrale Arrivo a San Miniato Fucecchio ore 11.23 Spostamento a piedi a San Miniato Alto |
1° giorno: visita al borgo di San Miniato
25 aprile
San Miniato è caratterizzata dall’essere una delle tappe segnate da Sigerico nel suo viaggio di ritorno a Canterbury, divenendo così una delle storiche stazioni della via Francigena.
Chi giunge a San Miniato per la prima volta, non può che rimanere incantato da tutto ciò che lo circonda. Le origini di questo borgo posizionato su un colle, risalgono all’epoca etrusco-romana. Negli anni a venire l’imperatore Ottone I, nell’anno 962, fece costruire il castello dove vi soggiornarono anche Federico Barbarossa e Papa Gregorio V. Il nome della cittadina, fondata nel secolo VIII dai longobardi, venne sin dalla sua fondazione legata al nome di Miniato martire.
Nel borgo si innalza la Rocca di Federico II come aggiunta e completamento del castello, dove tra il 1217 e il 1221 venne costruita la torre di San Miniato, divenuta il simbolo del paese. La Cattedrale risale al 1200 con la singolare decorazione della facciata che è composta da dischi di ceramica che riproducono la disposizione delle stelle nelle costellazioni dell’orsa Maggiore e Minore. Molto importante è il Convento di San Francesco che, secondo la tradizione, fu donato dai nobili del luogo a San Francesco di Assisi mentre soggiornava nella Abbazia di Santa Gonda.
Notevole poi, tra le diverse architetture religiose che caratterizzano il paese, la Chiesa di Santo Stefano e San Michele, sorta nel XII secolo su una cappella privata della famiglia Mangiatori, e all’interno della quale si conserva un crocifisso ligneo di Pietro Cavallini (XV secolo) e degli affreschi che raffigurano i quattro Evangelisti di Domenico Brogi, oltre a delle belle vetrate a mosaico e agli affreschi di Dilvo Lotti. Come detto, la cittadina di San Miniato è ricca di chiese e palazzi che vale la pena visitare, tra cui la Chiesa del Santissimo Crocifisso, quella detta del Loretino, la Chiesa della Santissima Annunziata, quella di San Iacopo e Santa Lucia, il Convento di San Domenico e infine il Palazzo Vescovile.
Cena, pernottamento e prima colazione presso il Convento San Francesco, che fornirà anche il pranzo al sacco per la tappa successiva.
25 aprile
San Miniato è caratterizzata dall’essere una delle tappe segnate da Sigerico nel suo viaggio di ritorno a Canterbury, divenendo così una delle storiche stazioni della via Francigena.
Chi giunge a San Miniato per la prima volta, non può che rimanere incantato da tutto ciò che lo circonda. Le origini di questo borgo posizionato su un colle, risalgono all’epoca etrusco-romana. Negli anni a venire l’imperatore Ottone I, nell’anno 962, fece costruire il castello dove vi soggiornarono anche Federico Barbarossa e Papa Gregorio V. Il nome della cittadina, fondata nel secolo VIII dai longobardi, venne sin dalla sua fondazione legata al nome di Miniato martire.
Nel borgo si innalza la Rocca di Federico II come aggiunta e completamento del castello, dove tra il 1217 e il 1221 venne costruita la torre di San Miniato, divenuta il simbolo del paese. La Cattedrale risale al 1200 con la singolare decorazione della facciata che è composta da dischi di ceramica che riproducono la disposizione delle stelle nelle costellazioni dell’orsa Maggiore e Minore. Molto importante è il Convento di San Francesco che, secondo la tradizione, fu donato dai nobili del luogo a San Francesco di Assisi mentre soggiornava nella Abbazia di Santa Gonda.
Notevole poi, tra le diverse architetture religiose che caratterizzano il paese, la Chiesa di Santo Stefano e San Michele, sorta nel XII secolo su una cappella privata della famiglia Mangiatori, e all’interno della quale si conserva un crocifisso ligneo di Pietro Cavallini (XV secolo) e degli affreschi che raffigurano i quattro Evangelisti di Domenico Brogi, oltre a delle belle vetrate a mosaico e agli affreschi di Dilvo Lotti. Come detto, la cittadina di San Miniato è ricca di chiese e palazzi che vale la pena visitare, tra cui la Chiesa del Santissimo Crocifisso, quella detta del Loretino, la Chiesa della Santissima Annunziata, quella di San Iacopo e Santa Lucia, il Convento di San Domenico e infine il Palazzo Vescovile.
Cena, pernottamento e prima colazione presso il Convento San Francesco, che fornirà anche il pranzo al sacco per la tappa successiva.
2° giorno: 1 tappa da San Miniato a Gambassi Terme
26 aprile
Lunghezza del percorso: Km 23,90 dislivello in salita: 410 m
Quota Massima: m 305 s.l.m.
Ore di cammino: circa 6 senza contare le soste
Al centro di un territorio noto sin dall’antichità per la presenza delle sue rigeneranti acque saline e tappa fondamentale della Via Francigena, Gambassi Terme è un luogo storicamente vocato al benessere e all’accoglienza.
Situato lungo le principali strade che già al tempo degli etruschi e dei romani collegavano i maggiori centri della toscana, nel Medioevo il borgo di Gambassi e la vicina Pieve di Santa Maria a Chianni vengono ricordati dall’arcivescovo Sigerico di Canterbury tra le tappe del suo pellegrinaggio verso Roma sulla Via Francigena.
Sempre nel corso del Medioevo e grazie alla presenza delle materie prime necessarie, a Gambassi iniziano a prendere campo attività artigianali quali la produzione vetraria, oggi documentata da una mostra permanente e la lavorazione della terracotta che, nel XVII secolo, fu materia viva nelle abili mani dello scultore Francesco Gonnelli, detto il Cieco di Gambassi, che con la sua arte immortalò diversi personaggi storici del suo tempo divenendo una vera e propria celebrità.
A breve distanza dal caratteristico centro storico, che conserva intatti molti dei palazzi e dei vicoli medievali e offre scorci mozzafiato sulla campagna circostante, si trova il Parco Benestare, dove, quasi nascoste dalle piante secolari, le Terme della Via Francigena sfruttano le benefiche proprietà dell’acqua salsa di Pillo, proponendo trattamenti per la cura del corpo e dello spirito che ben si sposano con i sapori genuini dell’olio e del vino che questa terra regala in abbondanza.
l'itinerario
Questa prima nostra tappa, è per la sua lunghezza piuttosto impegnativa, ma allo stesso tempo meravigliosa per la straordinaria bellezza delle colline Toscane e i crinali della Val d’Elsa. Il primo tratto di circa un'ora, è su strada asfaltata per poi percorrere strade sterrate che, con dolci saliscendi in mezzo al verde della campagna, tra filari di vigne e file di cipressi, ci accompagnano verso la Pieve di Coiano edificio in stile romanico con la sua ripida scalinata in pietra. Riprendendo il cammino si incontrano casolari ormai abbandonati, mentre altri sono stati fortunatamente recuperati e ristrutturati. Ora il percorso sale ripidamente e ci accompagna negli ultimi chilometri fino a raggiungere l’Ostello Sigerico, che è posizionato dietro la Pieve Santa Maria a Chiani.
Cena, pernottamento e prima colazione presso l’Ostello Sigerico. Pranzo al sacco del giorno dopo, preparato dal panificio di Gambassi Terme.
26 aprile
Lunghezza del percorso: Km 23,90 dislivello in salita: 410 m
Quota Massima: m 305 s.l.m.
Ore di cammino: circa 6 senza contare le soste
Al centro di un territorio noto sin dall’antichità per la presenza delle sue rigeneranti acque saline e tappa fondamentale della Via Francigena, Gambassi Terme è un luogo storicamente vocato al benessere e all’accoglienza.
Situato lungo le principali strade che già al tempo degli etruschi e dei romani collegavano i maggiori centri della toscana, nel Medioevo il borgo di Gambassi e la vicina Pieve di Santa Maria a Chianni vengono ricordati dall’arcivescovo Sigerico di Canterbury tra le tappe del suo pellegrinaggio verso Roma sulla Via Francigena.
Sempre nel corso del Medioevo e grazie alla presenza delle materie prime necessarie, a Gambassi iniziano a prendere campo attività artigianali quali la produzione vetraria, oggi documentata da una mostra permanente e la lavorazione della terracotta che, nel XVII secolo, fu materia viva nelle abili mani dello scultore Francesco Gonnelli, detto il Cieco di Gambassi, che con la sua arte immortalò diversi personaggi storici del suo tempo divenendo una vera e propria celebrità.
A breve distanza dal caratteristico centro storico, che conserva intatti molti dei palazzi e dei vicoli medievali e offre scorci mozzafiato sulla campagna circostante, si trova il Parco Benestare, dove, quasi nascoste dalle piante secolari, le Terme della Via Francigena sfruttano le benefiche proprietà dell’acqua salsa di Pillo, proponendo trattamenti per la cura del corpo e dello spirito che ben si sposano con i sapori genuini dell’olio e del vino che questa terra regala in abbondanza.
l'itinerario
Questa prima nostra tappa, è per la sua lunghezza piuttosto impegnativa, ma allo stesso tempo meravigliosa per la straordinaria bellezza delle colline Toscane e i crinali della Val d’Elsa. Il primo tratto di circa un'ora, è su strada asfaltata per poi percorrere strade sterrate che, con dolci saliscendi in mezzo al verde della campagna, tra filari di vigne e file di cipressi, ci accompagnano verso la Pieve di Coiano edificio in stile romanico con la sua ripida scalinata in pietra. Riprendendo il cammino si incontrano casolari ormai abbandonati, mentre altri sono stati fortunatamente recuperati e ristrutturati. Ora il percorso sale ripidamente e ci accompagna negli ultimi chilometri fino a raggiungere l’Ostello Sigerico, che è posizionato dietro la Pieve Santa Maria a Chiani.
Cena, pernottamento e prima colazione presso l’Ostello Sigerico. Pranzo al sacco del giorno dopo, preparato dal panificio di Gambassi Terme.
3° giorno: 2 tappa da Gambassi Terme a San Gimignano
27 aprile
Lunghezza del percorso: Km 16,00 dislivello in salita: 350 m
Quota Massima: m 388 s.l.m.
Ore di cammino: circa 4,30 senza contare le soste
La fondazione di San Gimignano si perde nella notte dei tempi. La leggenda racconta che nel 63 avanti Cristo i due fratelli Muzio e Silvio, giovani patrizi fuggiti da Roma perché complici di Catilina, si rifugiarono in Val d'Elsa e vi costruirono due castelli: quello di Mucchio e quello di Silvia, futura San Gimignano.
Il primo documento storico che attesta il nome della Città è datato 30 agosto 929, quando Ugo di Provenza dona al vescovo di Volterra il monte chiamato della Torre "prope Sancto Geminiano adiacente". È' probabile che il nome San Gimignano derivi proprio dal nome del vescovo di Modena. Anche in questo caso la leggenda narra che il Santo, durante le invasioni barbariche, salvò la città dalla minaccia di Totila re degli Ostrogoti, apparendo miracolosamente sulle mura. Dalla costellazione di villaggi rurali di piccole proporzioni del periodo etrusco e poi di quello romano, gravitanti nell'orbita della più importante Volterra, si passò, verso la fine dell'Alto Medioevo, coincidente col X secolo, alla formazione del nucleo più antico dell'attuale centro storico. Nel 998 San Gimignano era ancora un villaggio a cavallo della via Francigena, politicamente feudo del vescovo di Volterra, il quale risiedeva in un castello ubicato sul Poggio
della Torre.
Lo sviluppo di San Gimignano avvenne soprattutto nei primi tre secoli dopo il Mille, quando si trovò in una situazione geografica strategica. La via Francigena, inizialmente aperta dai Longobardi, divenne, nell'Alto Medioevo, l'itinerario dei pellegrini che, soprattutto dalla Francia, si dirigevano a Roma e, proprio a San Gimignano, si innestava la deviazione verso il porto di Pisa. La città, delimitata dalla prima cerchia di mura e sorta a cavallo della variante collinare della via Francigena, diventò uno dei principali luoghi di transito e di sosta per tutti i viandanti. Oggi San Gimignano è conosciuta soprattutto per le sue torri medievali. La più antica è la Torre Rognosa, alta 51 m, mentre la più alta è la Torre del Podestà di 54 m.
l'itinerario
Questa seconda tappa è sicuramente più corta ed agevole della precedente, ma interessantissima per la bellezza dei suoi panorami e vedere lungo il percorso, passo dopo passo, il Borgo di San Gimignano che si avvicina sempre più è un’emozione indescrivibile. Da Gambassi, dopo un primo tratto asfaltato, si imbocca una bella sterrata tra casolari che raggiunge la valle del Rio dei Casciani. Proseguendo tra sentieri che costeggiano alcune coltivazioni, si raggiunge la strada sterrata che scende a Certaldo e, in poco tempo, alla località di Pancole dove è possibile visitare il Santuario. Si riparte in salita verso il caratteristico borgo di Collemuccioli per poi raggiungere la meravigliosa Pieve di Cellole. Da questo luogo, una breve discesa ci porta ad incontrare la strada asfaltata che giunge da San Gimignano, una delle località più frequentate della Toscana.
Cena libera.
Pernottamento presso il B&B Donna Nobile
Pranzo al sacco per la tappa successiva da acquistare presso gli esercizi commerciali del posto.
27 aprile
Lunghezza del percorso: Km 16,00 dislivello in salita: 350 m
Quota Massima: m 388 s.l.m.
Ore di cammino: circa 4,30 senza contare le soste
La fondazione di San Gimignano si perde nella notte dei tempi. La leggenda racconta che nel 63 avanti Cristo i due fratelli Muzio e Silvio, giovani patrizi fuggiti da Roma perché complici di Catilina, si rifugiarono in Val d'Elsa e vi costruirono due castelli: quello di Mucchio e quello di Silvia, futura San Gimignano.
Il primo documento storico che attesta il nome della Città è datato 30 agosto 929, quando Ugo di Provenza dona al vescovo di Volterra il monte chiamato della Torre "prope Sancto Geminiano adiacente". È' probabile che il nome San Gimignano derivi proprio dal nome del vescovo di Modena. Anche in questo caso la leggenda narra che il Santo, durante le invasioni barbariche, salvò la città dalla minaccia di Totila re degli Ostrogoti, apparendo miracolosamente sulle mura. Dalla costellazione di villaggi rurali di piccole proporzioni del periodo etrusco e poi di quello romano, gravitanti nell'orbita della più importante Volterra, si passò, verso la fine dell'Alto Medioevo, coincidente col X secolo, alla formazione del nucleo più antico dell'attuale centro storico. Nel 998 San Gimignano era ancora un villaggio a cavallo della via Francigena, politicamente feudo del vescovo di Volterra, il quale risiedeva in un castello ubicato sul Poggio
della Torre.
Lo sviluppo di San Gimignano avvenne soprattutto nei primi tre secoli dopo il Mille, quando si trovò in una situazione geografica strategica. La via Francigena, inizialmente aperta dai Longobardi, divenne, nell'Alto Medioevo, l'itinerario dei pellegrini che, soprattutto dalla Francia, si dirigevano a Roma e, proprio a San Gimignano, si innestava la deviazione verso il porto di Pisa. La città, delimitata dalla prima cerchia di mura e sorta a cavallo della variante collinare della via Francigena, diventò uno dei principali luoghi di transito e di sosta per tutti i viandanti. Oggi San Gimignano è conosciuta soprattutto per le sue torri medievali. La più antica è la Torre Rognosa, alta 51 m, mentre la più alta è la Torre del Podestà di 54 m.
l'itinerario
Questa seconda tappa è sicuramente più corta ed agevole della precedente, ma interessantissima per la bellezza dei suoi panorami e vedere lungo il percorso, passo dopo passo, il Borgo di San Gimignano che si avvicina sempre più è un’emozione indescrivibile. Da Gambassi, dopo un primo tratto asfaltato, si imbocca una bella sterrata tra casolari che raggiunge la valle del Rio dei Casciani. Proseguendo tra sentieri che costeggiano alcune coltivazioni, si raggiunge la strada sterrata che scende a Certaldo e, in poco tempo, alla località di Pancole dove è possibile visitare il Santuario. Si riparte in salita verso il caratteristico borgo di Collemuccioli per poi raggiungere la meravigliosa Pieve di Cellole. Da questo luogo, una breve discesa ci porta ad incontrare la strada asfaltata che giunge da San Gimignano, una delle località più frequentate della Toscana.
Cena libera.
Pernottamento presso il B&B Donna Nobile
Pranzo al sacco per la tappa successiva da acquistare presso gli esercizi commerciali del posto.
4° giorno: 3 tappa da San Gimignano a Abbadia Isola
28 aprile
Lunghezza del percorso: Km 25,00 dislivello in salita: 490 m
Quota Massima: m 305 s.l.m.
Ore di cammino: 6,30 escluse le soste
Situato all’estremità settentrionale del proprio territorio comunale, Monteriggioni occupa la sommità di una dolce collina dalle pendici coltivate a vigne e olivi.
Il Castello di Monteriggioni fu costruito dai senesi, per ordinanza del podestà Guelfo da Porcari, in un periodo compreso tra il 1214 e il 1219. Il terreno, acquistato dalla famiglia nobile Da Staggia, era la sede di un'antica fattoria Longobarda (la denominazione di Montis Regis probabilmente indicava un fondo di proprietà regale o che godeva di esenzioni fiscali da parte della corona). La costruzione del castello ad opera della Repubblica di Siena ebbe principalmente scopo difensivo, in quanto il borgo sorse sul monte Ala in posizione di dominio e sorveglianza della Francigena, per controllare le valli dell'Elsa e dello Staggia in direzione di Firenze, storica rivale di Siena.
l'itinerario
Una delle tappe più belle della Via Francigena, ma sicuramente impegnativa per la sua lunghezza. Usciti da San Gimignano si avanza su strada asfaltata raggiungendo il paesino di Santa Lucia, da qui su sterrata fino a raggiungere la SP Poggibonsi - San Gimignano che si abbandona dopo il ponte sul torrente Foci. Raggiungiamo il paesino di Bibbiano, oltrepassiamo Villa Borboni per puntare l’abitato di Colle Val d’Elsa posizionato nella sua parte antica sopra di un colle. Si esce dall’abitato facendo particolare attenzione ad un tratto di strada molto trafficato per poi proseguire verso gli abitati di Ponelle e poi Scarna. Ora il percorso diventa sterrato proseguendo verso Acquaviva e Strove, anch’essi piccoli nuclei abitativi. Seguendo la SP74, raggiungiamo lo splendido complesso di Abbadia Isola.
Cena, pernottamento e prima colazione presso l'Ospitale Santi Cirino e Giacomo, che fornirà il pranzo al sacco della tappa successiva
28 aprile
Lunghezza del percorso: Km 25,00 dislivello in salita: 490 m
Quota Massima: m 305 s.l.m.
Ore di cammino: 6,30 escluse le soste
Situato all’estremità settentrionale del proprio territorio comunale, Monteriggioni occupa la sommità di una dolce collina dalle pendici coltivate a vigne e olivi.
Il Castello di Monteriggioni fu costruito dai senesi, per ordinanza del podestà Guelfo da Porcari, in un periodo compreso tra il 1214 e il 1219. Il terreno, acquistato dalla famiglia nobile Da Staggia, era la sede di un'antica fattoria Longobarda (la denominazione di Montis Regis probabilmente indicava un fondo di proprietà regale o che godeva di esenzioni fiscali da parte della corona). La costruzione del castello ad opera della Repubblica di Siena ebbe principalmente scopo difensivo, in quanto il borgo sorse sul monte Ala in posizione di dominio e sorveglianza della Francigena, per controllare le valli dell'Elsa e dello Staggia in direzione di Firenze, storica rivale di Siena.
l'itinerario
Una delle tappe più belle della Via Francigena, ma sicuramente impegnativa per la sua lunghezza. Usciti da San Gimignano si avanza su strada asfaltata raggiungendo il paesino di Santa Lucia, da qui su sterrata fino a raggiungere la SP Poggibonsi - San Gimignano che si abbandona dopo il ponte sul torrente Foci. Raggiungiamo il paesino di Bibbiano, oltrepassiamo Villa Borboni per puntare l’abitato di Colle Val d’Elsa posizionato nella sua parte antica sopra di un colle. Si esce dall’abitato facendo particolare attenzione ad un tratto di strada molto trafficato per poi proseguire verso gli abitati di Ponelle e poi Scarna. Ora il percorso diventa sterrato proseguendo verso Acquaviva e Strove, anch’essi piccoli nuclei abitativi. Seguendo la SP74, raggiungiamo lo splendido complesso di Abbadia Isola.
Cena, pernottamento e prima colazione presso l'Ospitale Santi Cirino e Giacomo, che fornirà il pranzo al sacco della tappa successiva
5° giorno: 4 tappa da Abbadia Isola a Siena
29 aprile
Lunghezza del percorso: Km 32,00 dislivello in salita: 430 m
Quota massima: m 354 s.l.m.
Ore di cammino: 8 escluse le soste
l'itinerario
Da Abbadia Isola si percorre la comoda sterrata che raggiunge, dopo circa 1 ora di cammino, il centro storico di Monteriggioni. Dopo la visita a questo splendido Borgo, si prosegue seguendo la sterrata della montagnola senese verso Cerbaia, antico borgo medievale oggi in stato di abbandono.
Percorriamo la boscaglia fino ai castelli della Chiocciola e di Villa, prima di scendere nell'alveo bonificato di Pian del Lago nel 1777 dal Granduca Pietro Leopoldo. Da qui percorriamo un lungo tratto su asfalto prima di girare a sinistra verso i podere dell' Osteriaccia, si attraversa infine il bosco dei Renai prima di arrivare a Porta Camollia, tradizionale accesso francigeno a Siena. In città si discende via Banchi di Sopra per poi risalire verso il punto tappa, la piazza del Campo, il Duomo e l’ospedale di Santa Maria della Scala.
29 aprile
Lunghezza del percorso: Km 32,00 dislivello in salita: 430 m
Quota massima: m 354 s.l.m.
Ore di cammino: 8 escluse le soste
l'itinerario
Da Abbadia Isola si percorre la comoda sterrata che raggiunge, dopo circa 1 ora di cammino, il centro storico di Monteriggioni. Dopo la visita a questo splendido Borgo, si prosegue seguendo la sterrata della montagnola senese verso Cerbaia, antico borgo medievale oggi in stato di abbandono.
Percorriamo la boscaglia fino ai castelli della Chiocciola e di Villa, prima di scendere nell'alveo bonificato di Pian del Lago nel 1777 dal Granduca Pietro Leopoldo. Da qui percorriamo un lungo tratto su asfalto prima di girare a sinistra verso i podere dell' Osteriaccia, si attraversa infine il bosco dei Renai prima di arrivare a Porta Camollia, tradizionale accesso francigeno a Siena. In città si discende via Banchi di Sopra per poi risalire verso il punto tappa, la piazza del Campo, il Duomo e l’ospedale di Santa Maria della Scala.
6° giorno: la città di Siena
30 aprile
Visita alla città
La città di Siena si distingue per i suoi edifici medievali in mattoni. Piazza del Campo, la piazza centrale dalla caratteristica forma a ventaglio, è sede del Palazzo Pubblico (il municipio in stile gotico) e della Torre del Mangia, una slanciata torre del XIV secolo dalla cui bianca merlatura si gode di una vista stupenda. Le diciassette storiche contrade (i quartieri cittadini) si estendono tutt'intorno proprio a partire dalla piazza.
La città è circondata da mura medievali, ed è nota per il suo patrimonio artistico e per la sostanziale unità stilistica del suo arredo urbano medievale, nonché per il suo famoso Palio; il centro storico è stato infatti dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1995.
Nel primo pomeriggio, prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso casa, ci soffermeremo a visitare il complesso museale del Duomo di Siena. Si tratta di una affascinante ed imperdibile visita guidata, della durata di circa due ore, durante la quale scopriremo le meraviglie di cui si compone il complesso:
- La Cattedrale di Santa Maria Assunta, uno degli esempi più famosi di cattedrale romanico-gotica italiana, di cui ammireremo numerosi capolavori tra cui il pavimento (secondo la definizione del Vasari: “il più bello…, grande e magnifico… che mai fusse stato fatto”), le sculture di Nicola Pisano, Donatello, Michelangelo e Gian Lorenzo Bernini, gli affreschi risalenti ai Secoli dal XV al XVII, le pregevoli vetrate ed il magnifico coro,
- La Libreria Piccolomini, con gli affreschi del Pinturicchio e la collezione di Codici abbelliti da preziose miniature del XV Secolo,
- Il Museo dell’Opera, dove sono conservati i capolavori di Duccio di Buoninsegna – la Maestà e la grandiosa Vetrata– le sculture di Giovanni Pisano, di Donatello e di Jacopo della Quercia, i tessili in seta preziosa, le raffinate oreficerie, i rarissimi codici miniati e molte altre opere di straordinaria bellezza ed importanza,
- La Cripta, una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi vent’anni, una discesa nel mondo del colore che ci condurrà nelle viscere della Cattedrale, in un ambiente decorato da un ciclo pittorico realizzato nella seconda metà del Duecento,
- Il Battistero di epoca Rinascimentale, all’interno del quale, in posizione centrale, si staglia il Fonte Battesimale, straordinaria opera in marmo, bronzo e smalto realizzata tra il 1417 e il 1431 dai maggiori scultori del tempo quali Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti, Donatello, Jacopo della Quercia,
- L’Oratorio di San Bernardino, la cui struttura architettonica risale all’epoca tardo medievale, che costituisce uno degli spazi museali più interessanti a Siena,
- Il Facciatone, capolavoro dell’architettura gotica senese, che rappresenta il punto di osservazione più bello di Siena; un panorama mozzafiato. Una salita all’interno di una delle testimonianze più importanti della storia senese.
Terminata la visita, partenza da Siena verso le ore 16,30/17,00 e rientro a Tortona.
30 aprile
Visita alla città
La città di Siena si distingue per i suoi edifici medievali in mattoni. Piazza del Campo, la piazza centrale dalla caratteristica forma a ventaglio, è sede del Palazzo Pubblico (il municipio in stile gotico) e della Torre del Mangia, una slanciata torre del XIV secolo dalla cui bianca merlatura si gode di una vista stupenda. Le diciassette storiche contrade (i quartieri cittadini) si estendono tutt'intorno proprio a partire dalla piazza.
La città è circondata da mura medievali, ed è nota per il suo patrimonio artistico e per la sostanziale unità stilistica del suo arredo urbano medievale, nonché per il suo famoso Palio; il centro storico è stato infatti dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1995.
Nel primo pomeriggio, prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso casa, ci soffermeremo a visitare il complesso museale del Duomo di Siena. Si tratta di una affascinante ed imperdibile visita guidata, della durata di circa due ore, durante la quale scopriremo le meraviglie di cui si compone il complesso:
- La Cattedrale di Santa Maria Assunta, uno degli esempi più famosi di cattedrale romanico-gotica italiana, di cui ammireremo numerosi capolavori tra cui il pavimento (secondo la definizione del Vasari: “il più bello…, grande e magnifico… che mai fusse stato fatto”), le sculture di Nicola Pisano, Donatello, Michelangelo e Gian Lorenzo Bernini, gli affreschi risalenti ai Secoli dal XV al XVII, le pregevoli vetrate ed il magnifico coro,
- La Libreria Piccolomini, con gli affreschi del Pinturicchio e la collezione di Codici abbelliti da preziose miniature del XV Secolo,
- Il Museo dell’Opera, dove sono conservati i capolavori di Duccio di Buoninsegna – la Maestà e la grandiosa Vetrata– le sculture di Giovanni Pisano, di Donatello e di Jacopo della Quercia, i tessili in seta preziosa, le raffinate oreficerie, i rarissimi codici miniati e molte altre opere di straordinaria bellezza ed importanza,
- La Cripta, una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi vent’anni, una discesa nel mondo del colore che ci condurrà nelle viscere della Cattedrale, in un ambiente decorato da un ciclo pittorico realizzato nella seconda metà del Duecento,
- Il Battistero di epoca Rinascimentale, all’interno del quale, in posizione centrale, si staglia il Fonte Battesimale, straordinaria opera in marmo, bronzo e smalto realizzata tra il 1417 e il 1431 dai maggiori scultori del tempo quali Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti, Donatello, Jacopo della Quercia,
- L’Oratorio di San Bernardino, la cui struttura architettonica risale all’epoca tardo medievale, che costituisce uno degli spazi museali più interessanti a Siena,
- Il Facciatone, capolavoro dell’architettura gotica senese, che rappresenta il punto di osservazione più bello di Siena; un panorama mozzafiato. Una salita all’interno di una delle testimonianze più importanti della storia senese.
Terminata la visita, partenza da Siena verso le ore 16,30/17,00 e rientro a Tortona.